L’Ambasciatore Stefano Baldi (Permanent Mission of Italy OSCE)
Vi invita all’incontro con l’autrice Arianna Arisi Rota in libreria per la presentazione del libro
“Il cappello dell’imperatore. Storia, memoria e mito di Napoleone Bonaparte attraverso due secoli di culto dei suoi oggetti” Donzelli Editore 2021
L’Ambasciatore Gilles Pécout dialoga con l’autrice
Introduce Stefano Baldi
Venerdì 10 febbraio 2023
ore 19:00
Libreria Hartliebs Bücher, Livres & Libri
Porzellangasse 36 , 1090 Wien
Entrata libera con iscrizione
Tel.: +43 1 3151145
Mail: 1090@hartliebs.at
Il cappello dell’imperatore
Donzelli Editore, Roma, 2021, pp. 160
Il collezionismo napoleonico cominciò all’alba del 19 giugno 1815 sul campo di battaglia di Waterloo e da allora non si è più fermato, contagiando per due secoli le personalità più disparate, da Lord Byron fino a Stanley Kubrick, che per il suo film mancato, quello appunto su Napoleone, realizzò una monumentale ricerca. Del resto, basta scorrere i cataloghi delle case d’aste e delle mostre per cogliere la persistenza del flusso emotivo, oltre che del valore economico, veicolato dai reperti del political drama più avvincente del XIX secolo. Ma gli oggetti ossessionarono lo stesso Napoleone, il quale nel testamento elencò gli effetti personali che desiderava fossero consegnati soprattutto al figlio: oltre a oggetti prevedibili come armi, uniformi e libri, orologi e argenteria varia, anche una collezione di tabacchiere, e poi il lavabo della camera da letto, un bidè d’argento dorato, i letti e i materassi usati a Sant’Elena, sino alla biancheria intima.
Arianna Arisi Rota è professore ordinario di Storia contemporanea nel Dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli Studi di Pavia. Si è occupata di diplomazia nell’Italia napoleonica, di mobilitazione politica giovanile nell’Ottocento europeo, di costruzione della memoria post-risorgimentale. Tra le sue monografie: I piccoli cospiratori. Politica ed emozioni nei primi mazziniani (il Mulino, 2010), 1869: il Risorgimento alla deriva. Affari e politica nel caso Lobbia (il Mulino, 2015), Risorgimento. Un viaggio politico e sentimentale (il Mulino, 2019)
Gilles Pécout, storico e diplomatico francese, è attualmente Ambasciatore di Francia a Vienna. È uno dei maggiori specialisti dell’Italia del XIX secolo. Si è laureato all’École normale supérieure di Parigi, presso la quale è stato anche professore e direttore del Dipartimento di Storia e successivamente rettore della Regione accademica Île-de-France e rettore dell’Accademia di Parigi dal settembre 2016.
Alcune recensioni del libro
Paolo Di Paolo, La Repubblica, 28 giugno 2021
«Il saggio di Arisi Rota, scritto splendidamente, contiene decine di romanzi potenziali:
uno, volendo, sulle tabacchiere, uno sugli ombrelli e i parasole, un altro sul set personale
da campo di igiene dentale (cosa a cui Napoleone pare abbia sempre tenuto parecchio).
Ma il romanzo dei romanzi è quello sulla “varia umanità” che, per curiosità morbosa,
ammirazione, vantaggio economico, furia collezionista, ha tentato di impossessarsi di
reperti napoleonici. … Le storie che racconta Arianna Arisi Rota implicano infatti
curiose traiettorie: quelle che, dopo la morte di Napoleone (e ancora prima
dell’indomani di Waterloo) cimeli, reliquie, tracce materiali della sua esistenza hanno
percorso.»
Matteo Collura, Il Messaggero, 11 luglio 2021
«Ha del paradossale constatare che la fama del “Piccolo Caporale” si sia accresciuta
dopo la sconfitta di Waterloo, che anzi proprio da quel definito disastro sia nato un
mito. Un mito che trova nuovi simboli rappresentativi. Da poco è uscito un libro che
svela le vicende legate ad un particolare accessorio dell’abbigliamento del grande
condottiero, il suo copricapo. Il cappello dell’imperatore, autrice Arianna Arisi Rota,
Donzelli Editore.»
Memorabilia, Il Sole 24 Ore, 23 maggio 2021
«Il collezionismo di cimeli di Napoleone iniziò sul campo di battaglia di Waterloo e da
allora non ha più conosciuto interruzioni. L’interessante libro di Arianna Arisi Rota dal
titolo Il cappello dell’imperatore affronta proprio questo singolare argomento. Da Lord
Byron a Kubrick, personalità tra le più disparate si sono messe incessantemente a caccia
di memorabilia napoleonici, a partire dagli oggetti più prevedibili come i capi
d’abbigliamento, le armi, gli orologi, le tabacchiere, i libri e le suppellettili di casa, sino
a toccare effetti decisamente più personali, come gli indumenti intimi o il bidè in
argento dorato.»