Stefano Benni consiglia: „Furore“ di John Steinbeck
Motivazione:
perchè mostra con largo anticipo e con crudele verità
le ragioni del razzismo americano e di tutti i paesi.
Stefano Benni è stato ospite in libreria a Vienna il 2 maggio 2016. Davvero, non sto scherzando, la gente ancora ne parla. C’erano più di cento persone, quindi molti che potrebbero confermarlo. Il Lupo è arrivato a Vienna perchè un giorno ho deciso di scrivergli e di invitarlo. Quando ha accettato sono caduta dalla sedia; poi mi sono ripresa e ho chiesto alla Dott.ssa Bencivenga, allora direttrice dell’Istituto di Cultura, di appoggiarmi. Ha fatto una serata anche all’Istituto, dove ha festeggiato i 40 anni di Bar Sport. In libreria abbiamo parlato die suoi romanzi, ma avremmo potuto parlare di qualsiasi cosa, perchè lui era lì per dialogare con i lettori, e visto che erano in tanti è stato davvero bellissimo. Ricordo che appena arrivato si è messo sulla porta, fuori la fila per entrare era lunghissima, e mi ha detto:“Non lasciamo fuori nessuno, vero?“. Persino a presentazione conclusa, quando volevo portarlo al ristorante per mangiare qualcosa, lui indugiava a parlare con dei ragazzi.
Stefano Benni, nato a Bologna nel 1947, è conosciuto, e amato, per la sua vena satirica; perchè si inventa divertenti giochi di parole e anche parole nuove.
Io amo diversi suoi personaggi, su tutti Lupetto di Saltatempo e Margherita Dolcevita.
In un articolo su Il Fatto Quotidiano del 30 agosto 2019 – che trovate anche sul suo sito – scrive:
„Ridere è un mistero. Ci sono circa duemila modi di ridere, secondo gli scienziati, e se penso a tutto il tempo che ci hanno messo a catalogarli mi viene da ridere.“
Molte pagine sue mi hanno fatto ridere, ma anche commuovere.
Per me Stefano Benni è un poeta.