

Domenico Dara consiglia:.Oga Magoga” di Giuseppe Occhiato, Edizione Gangemi 2018, a cura di Emilio Giordano
Se stai bene è cosa buona, io sto bene. Questa era la formula di apertura nelle lettere latine, che a me sembra bellissima, mi ricorda il TVB che scrivevamo da adolescenti. Scrivere, o far scrivere, e mandare lettere è una cosa che sembra presente da sempre, e che forse ora in questi tempi di tecnologia e comunicazione velocissima abbiamo un po‘ trascurato. Il protagonista del libro „Breve trattato sulle coincidenze“ (Nutrimenti 2013), tradotto e pubblicato in tedesco da Kipenheuer&Witsch nel 2019 e presentato in libreria il 15 novembre di quest’anno, è il postino di Girifalco. Lui le lettere, prima di consegnarle, le apre, le legge e ogni tanto interviene, corregge laddove vede una stortura. Gesto antipatico, ma che in noi crea complicità, chi non vorrebbe sistemare le cose se potesse? Il postino è una persona solitaria, non ha famiglia né amici, ma conosce le persone, come le conosce chi è in grado di decifrarne il modo di comunicare. Nelle pagine che abbiamo scelto di leggere ad alta voce, il postino rammenda i buchi che trova nei vestiti, ricuce i buchi nei calzini. È una meravigliosa metafora, in realtà vorrebbe rammendare la vita e tutto quello che non va, riempire i vuoti e colmare un’assenza. Ma è anche una metafora della scrittura, un gesto metaletterario: come ci ha raccontato Domenico „scrivo storie per rammendare i buchi che mi porto dentro, la vita ruota intorno a dei vuoti e scrivere colma questi vuoti, rammenda i buchi, in attesa di un lettore pazzo che li rammendi insieme a me.“
La presentazione con Luciano Funetta e Alfredo Zucchi in libreria il 23 maggio 2018 è stata l’esperienza più stimolante e surreale dei miei anni da libraia. Lo dico con la felicità di aver avuto insieme due autori obliqui rispetto al panorama letterario lineare ( o viceversa, come preferite ) e particolarmente compatibili e con la tristezza di una serata irripetibile.
Alfredo Zucchi, nato nel 1983 a Napoli, ha studiato a Napoli, Parma, Bruxelles e Barcellona. Vive a Vienna, lavora per una società che fa analisi di mercato. Ha fondato e codiretto la rivista digitale CrapulaClub, ha pubblicato articoli, racconti e interviste su riviste letterarie. Ha presentato.La bomba voyeur”, il suo primo romanzo, uscito in Italia nel 2018 per Rogas Edizioni.
Luciano Funetta, classe 1986, vive a Roma. Fa parte del collettivo di scrittori TerraNullius. Ha pubblicato racconti su «WATT», «Granta Italia», «Costola» e altre riviste. È tra gli autori di Dylan Skyline – dodici racconti per Bob Dylan (Nutrimenti, 2015) e di Dalle Rovine (Tunué 2015), candidato al Premio Strega 2016. Ha presentato.Il grido”, romanzo pubblicato da Chiarelettere nel 2018. Il libro di Luciano Funetta è il titolo di apertura della bellissima collana Altrove diretta da Michele Vaccari.
È stata una serata metaletteraria. Alla fine gli sguardi dal pubblico erano un po’ spaesati ma siamo stati risarciti con la sensazione di aver potuto vedere fugacemente gli ingranaggi al lavoro. Nei loro libri, nel loro dialogo e, a guardare bene, anche nei titoli che consigliano, la letteratura è un’esperienza, la lettura è raccogliere i pezzi di una narrativa che hanno prima scomposto e rimescolato. Se faccio l’esperimento mentale di osservarmi da fuori mentre leggo il libro di Alfredo, vedo le sopracciglia prima inarcate, poi aggrottate e infine distese a inseguire le sensazioni di stupore, paura, pace, aggrappata agli sprazzi di comprensione e con un senso di fine imminente. È una scrittura capace, che forse anche per questo odora di violenza, una letteratura che analizza se stessa, così densa di riferimenti da rendere ogni conversazione un disegno di Escher. Mi viene in mente una frase di Borges , presa dal saggio.La superstiziosa etica del lettore”:.Ignoro se la musica sa disperare della musica, e il marmo del marmo; ma la letteratura è l’arte che sa profetizzare quel tempo in cui sarà ammutolita e accanirsi sulla propria virtù e innamorarsi della propria dissoluzione e corteggiare la propria fine.”. Non chiedetemene il motivo, poiché ancora ci sto pensando.
Lo specchio narrativo di Luciano lo ritrovo nel libro che mi ha portato come regalo:.Il gabinetto delle meraviglie di Mr.Wilson” di Lawrence Weschler. Un museo in penombra e Mr. Wilson che vi accoglie come se non avesse aspettato altri che voi e che, alla domanda cosa sia esattamente quel posto risponde:” ….ci interessa presentare fenomeni che altri musei del genere sembrano voler ignorare.” Come un’esposizione di oggetti e fenomeni naturalistici che di fatto annulla il tempo, così la narrativa di Luciano chiede al futuro per descrivere il presente e diventa una Wunderkammer atemporale.
Donatella Ferrario consiglia:.L’asino del messia” di Wlodek Goldkorn, Feltrinelli 2019
Il viaggio che insieme a Donatella abbiamo ripercorso è fatto di tappe, incontri e interviste che l’autrice ha raccolto e racconta nel libro. Grazie alle sue domande, davvero puntuali e circostanziate, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare storie di personalità diverse per altrettanti punti di vista sul concetto cosí denso di significati quale il confine. Già la bella introduzione di Claudio Magris ci prepara all’idea che i confini non sono soltanto geografici ma anche linguistici e sociali. Il libro offre tanti spunti di discussione e i temi trattati con ogni interlocutore sono sorprendentemente vari, me ne sono resa conto rileggendo il libro a distanza di settimane e scoprendo concetti che non avevo colto subito. La Trieste di Paolo Rumiz, l’isola di José Tolentino Mendonça, l’approccio psicologico di Eugenio Borgna, la fotografia di Uliano Lucas, la letteratura, la memoria e la traduzione in Antonia Arslan, l’identità e la cultura ebraica con Abraham Yehoshua e un capitolo in ricordo di Giorgio Pressburger. L’intervista che mi ha più colpito è anche l’inizio della ricerca: Pap Khouma, giornalista e scrittore nato a Dakar nel 1957 e immigrato in Italia nel 1984. In poche pagine racconta un mondo. Per lui “ il confine è un muro con le guardie“. E se non è facile essere immigrato, ad un certo punto diventa difficile anche tornare a casa, si vive quella che il sociologo algerino Abdelmalek Sayad chiama „doppia assenza“. Un importante concetto come quello dell’appartenenza può essere raccontato anche attraverso la pratica del cousinage, che in un certo senso permette una vicinanza, una sorta di riconoscimento basato sullo stesso cognome. Sembra lontano dai comportamenti sociali che abbiamo imparato, ma forse è solo una delle declinazioni possibili e dimostra che ci si può riconoscere nelle differenze.
Francesca Melandri consiglia:.La chiave a stella” di Primo Levi (Einaudi 1978-Premio Strega 1979)
Motivazione: Primo Levi, dopo averci raccontato come nessun altro la disumanità, qui ci spiega quanto il lavoro – il lavoro ben fatto, competente, portatore di linguaggio, visione e cambiamento del reale – sia parte essenziale dell’essere, e del restare, umani.
Francesco Bachis consiglia:.La fine del mondo. Contributo all’analisi delle apocalissi culturali” di Ernesto De Martino (Einaudi 2019).
Il libro di Francesca Melandri.Sangue giusto” (Rizzoli 2017) è stato tradotto e pubblicato dalla casa editrice tedesca Wagenbach nell’estate del 2018 con il titolo.Alle außer mir”. Grazie ad un tour di presentazioni in Germania e in Austria organizzato dall’editore, abbiamo ospitato Francesca a Vienna all’Istituto Italiano di Cultura il 15 novembre 2018.
Nel 2018 Francesca Melandri ha ricevuto il Grande Ordine di Merito della Provincia di Bolzano, un’onorificenza destinata a personalità residenti fuori provincia ma che hanno contribuito allo sviluppo dell’Alto Adige, per il romanzo.Eva dorme” (2010), ambientato proprio nell’Alto Adige degli anni ’60 e ’70.
Nel 2019 arriva un premio importante anche per il romanzo.Sangue giusto”: l’Ehrenpreis des Österreichischen Buchhandels für Toleranz in Denken und Handeln (Premio d’onore delle librerie austriache per la tolleranza nel pensiero e nell’azione). È un riconoscimento che viene assegnato dall’Associazione librai austriaci e dalla organizzazione di categoria della Camera di Commercio. Secondo la motivazione.Francesca Melandri dispiega nelle sue storie l’immagine di un’Europa a molti sconosciuta. Riesce a collegare il passato del continente con il presente e i suoi confini geografici con il suo centro, contribuendo ad una migliore comprensione delle diverse culture europee”. Nel suo discorso di ringraziamento Francesca ha ribadito l’importanza del lavoro di traduzione, un vero e proprio ponte di comprensione reciproca. Mentre la ascoltavo pensavo che sì, è proprio quello che fa questo romanzo: racconta l’evoluzione della consapevolezza di Ilaria dalla convinzione di essere una persona aperta verso gli altri e figlia di un partigiano, alla scoperta del passato vero e tremendo della vita del padre, non partigiano ma fascista attivo nel processo violento di colonizzazione in Etiopia. Raccontando il colonialismo, il postcolonialismo e arrivando al berlusconismo, Francesca Melandri descrive un’Italia in cui molti scelsero di aderire al fascismo senza convinzione, un’Italia in cui il consenso diffuso sparì dopo la guerra e il si credette di superare il processo postcoloniale senza colpe, un’Italia data in mano a Berlusconi, un paese che non si confronta con il proprio passato. Il grande successo del romanzo in lingua tedesca potrebbe, a detta di molti, essere dovuto proprio al diverso rapporto delle culture italiana e tedesca rispetto al passato, ed è una questione ancora dibattuta. Il fatto che in sé che spinga alla discussione è secondo me il pregio più grande del romanzo.
Il romanzo di Francesca Melandri trova nel libro di Francesco Bachis.Sull’orlo del pregiudizio. Razzismo e islamofobia in una prospettiva antropologica” (Aipsa Edizioni 2018) un importante completamento teorico. È frutto di un lavoro dell’antropologo durato anni iniziato con la sua tesi del 2003. Francesco Bachis ne ha parlato in libreria il 28 ottobre 2019 con Greca Meloni, dottoranda di Antropologia Culturale presso l’Istituto di Etnologia Europea dell’Università di Vienna. È un trattato importante, completo che aiuta come pochi altri a capire i cambiamenti della società nei confronti degli avvenimenti storici che hanno a che fare con la nostra visione dell’alterità, la costruzione e strumentalizzazione politica della paura, identità e appartenenza, sangue e suolo, razza e fondamentalismo culturale.
Questi due libri forniscono mezzi molto importanti, saperi che permettono di costruire un pensiero e partecipare ad un dibattito più profondo e consapevole, oltre fake news e manipolazione.
Gabriella Greison consiglia:.La parata” di Dave Eggers, Feltrinelli 2019
Il calendario di oggi lo dedico agli scienziati che abbiamo ospitato in libreria.
Gabriella Greison, una laurea in fisica a Milano e due anni all’École Polytechnique di Parigi, ha letteralmente inventato un modo di fare divulgazione scientifica: scrive libri, li trasforma in monologhi teatrali e li porta sul palco. La storia della fisica del XX secolo ha così un altro ritmo, altri colori e soprattutto altre protagoniste. Perchè quello che Gabriella fa è raccontare le scienziate, come nel libro.Sei donne che hanno cambiato il mondo. Le grandi scienziate della fisica del XX secolo” (Bollati Boringhieri 2017), sei capitoli dedicati ad altrettante donne, che….guardate bene, hanno le mani libere.” Marie Curie e Hedy Lamarr le ha raccontate in libreria. La storia di Albert Einstein, che ha la voce di Mileva Marić, l’ha raccontata all’Hofburg per l’OSCE e all’Istituto Italiano di Cultura.
Marco Magrini ha lavorato per 24 anni al Sole 24 ore e si è occupato di banche e industria e poi di scienza e tecnologia. Il 19 aprile 2018 ha presentato in libreria il suo libro.Cervello. Manuale dell’utente” edito da Giunti 2017.È un libro speciale, ve lo assicuro. È un manuale vero e proprio, come ne abbiamo per altre macchine utili, che so il frigorifero. Ma per il cervello è ancora più utile, spiega il funzionamento (quello che si sa finora di questa macchina unica e complessa che può studiare se stessa ), i modelli, la manutenzione e persino i modelli futuri. Per parlare di cosa succede in un cervello che fa improvvisazione musicale ha suonato il sassofonista Pietro Tonolo.
Andrea Gentile, giornalista, si occupa di scienza, cultura e attualità per la rivista Wired Italia. In libreria ha presentato il 20 ottobre 2016 il libro.La scienza delle serie TV”, Codice Edizioni 2016, insieme a Alfredo Zucchi. Tredici capitoli in cui, oltre a diverse curiosità su ogni serie Tv, spiega cosa sia scientificamente possibile di quello che viene mostrato: zombie, cloni, droghe sintetiche, viaggi nel tempo, alieni e tanto altro.
E quindi: la scienza è anche intrattenimento, è necessaria per capire il mondo e può essere raccontata.
Gabriella, che è cresciuta guardando Star Trek e Guerre Stellari, ha citato Marie Curie, la quale diceva che il cervello dell’uomo e della donna sono uguali. Marco Magrini dedica un capitolo del libro alle differenze comportamentali dei due modelli. Andrea Gentile racconta la scienza di Star Trek e spiega il teletrasporto. Io vorrei essere teletrasportata in un mondo in cui le donne non siano considerate meno intelligenti, ma forse, grazie anche alle scienziate coraggiose che ci hanno preceduto, ci stiamo arrivando.
Fabio Geda consiglia: Il mio nome è Asher Lev di Chaim Potok (Prima edizione originale 1972, edito in Italia da Garzanti )
Motivazione: Tara è cresciuta in una famiglia mormona estremista, lavorando con suo padre e i suoi sei fratelli nella discarica che avevano in giardino, dove hanno rischiato la vita ogni giorno. Di incidenti gravi ne sono successi a chiosa, ma nessuno viene mai portato all’ospedale. Per i genitori di Tara i dottori sono al servizio di Satana. Lo Stato è malefico. Dio solo ti può curare, perfino da un’ustione di terzo grado, da un trauma cranico, dalla perdita di un dito. Dio e gli olii essenziali che prepara la madre con le piante della foresta. Tara non ha messo piede in una scuola fino a diciassette anni. Poi, non è più tornata indietro. Ha vinto borse di studio per Cambridge e Harvard. Grazie all’istruzione, a fatica, a malincuore e con coraggio, si è ricostruita una vita, lontano dalla discarica nella quale è cresciuta. Lontano dal pericolo e dalla violenza. Lontano da un fratello che la picchiava sotto gli occhi di tutti. E l’addio definitivo arriva proprio quando i genitori negano tutto questo, facendole mettere in discussione la sua stessa capacità di ricordare: la sua sanità mentale. O con loro o contro di loro. È possibile rinunciare all’amore dei propri genitori per essere liberi? È possibile ammettere, anche solo a se stessi, che i propri genitori e i fratelli non sono stati in grado di essere tali? È possibile voltargli le spalle, nonostante tutto? Quanto si è disposti a perdere pur di rimanere fedeli a se stessi?
Un memoir sentito, autentico, commuovente. Mi ha rivoltato il cuore. Per tutti quelli che stanno ancora cercando di trovare la distanza giusta dalla propria famiglia per scoprire e rispettare davvero chi sono.