L’antropologo Francesco Bachis in libreria, lunedì 28 ottobre, Porzellangasse
„Sull’orlo del pregiudizio. Razzismo e islamofobia in una prospettiva antropologica“
Aipsa Edizioni 2018
«Io non sono razzista!» è una premessa a molti discorsi, più o meno pubblici, più o meno etnocentrici. Essa precede spesso un «ma» e colloca automaticamente il soggetto che parla fuori da un campo ritenuto non “presentabile”, “barbaro” e “incivile” almeno quanto i protagonisti delle frasi che la seguono: migranti, stranieri, musulmani o altri ancora. Dietro quel «ma» si celano i discorsi oggetto di questo libro.
Frutto di un percorso pluriennale di ricerca, Sull’orlo del pregiudizio esplora, a partire da una prospettiva antropologica, alcune pratiche discorsive (interventi parlamentari, vecchia e nuova comunicazione scritta, video) entro cui si producono forme di costruzione dell’alterità e delle appartenenze. Scavare all’interno dei discorsi, sviscerarne le premesse e le conseguenze, le condizioni storico-politiche e la performatività è il contributo che questo libro vuole dare affinché si eviti di cadere dall’orlo del pregiudizio.
Dall’Introduzione
Discorsi sull’orlo del pregiudizio
Devono sparire e basta (Silvino). Qui siete fuorilegge e ospiti non graditi (Andrea). Salite su un barcone e andatevene tutti in Africa (Sara). Premetto che io non sono razzista ma prima ci sono i nostri terremotati e le persone che non riescono ad arrivare a fine mese, non pagate le tasse, pretendete e bivaccate nei nostri giardini?? Fuori dai coglioni!!! (Diana). Devono essere ributtati tutti in mare… o essere rinchiusi in uno zoo (Max). Acchiappateli con una rete, ora che sono in tanti e non scappano… e poi buttarli a casa loro (Andrea). Bestie, dovete tornare nella stalla, in attesa della macellazione, cioè casa vostra (Marco). Rimandateli a casa… nelle loro capanne, ’sti parassiti, non evoluti!!! (Aura). Ma siamo in Africa??? (Serenella). Lancia fiamme; tutti dentro i forni; siete un branco di scimmie (Danilo). Dategli fuoco (Roberto). Aquale tribù appartengono? (Vittoria). Ci stanno mangiando vivi (Michele). Negli anni trenta tale squallore non sarebbe mai iniziato (Giancarlo)